Glossario

In questa pagina puoi trovare tutte le definizioni legate al vocabolario finanziario, per orientarti al meglio nel mondo degli investimenti.

A-Z

Asset Allocation

L'asset allocation (quasi letteralmente: "Allocazione degli Attivi"), detta anche diversificazione, è quel processo che porta alla decisione di come distribuire l'investimento tra le diverse categorie di attività finanziarie (incluso azioni, obbligazioni, liquidità) e attività reali (incluso immobili, merci, metalli preziosi). Queste categorie di attività finanziarie sono dette asset class. Solitamente, l'asset allocation è la prima fase nel processo d'investimento perché da essa, in genere, dipende buona parte delle performance future dei portafogli. Inoltre, le scelte di asset allocation sono determinate dalla necessità di ottimizzare il rapporto rendimento/rischio in relazione all'orizzonte temporale e alle aspettative dell'investitore.

Asset Management

Per asset management si indica genericamente l'attività di gestione di un portafoglio o di un gruppo di classi d'investimento quali azioni, obbligazioni o liquidità. Il soggetto che svolge l'attività di gestione è detto asset manager (vedi anche: Gestore)

Assogestioni

Assogestioni è l'associazione italiana delle società di gestione del risparmio. Nata nel 1984 rappresenta le principali SGR italiane operanti in Italia, oltre a diverse banche e imprese di assicurazioni che operano nell'ambito della gestione individuale e della previdenza complementare. Fanno parte dell'associazione anche alcune società di gestione estere che operano in Italia. Tra le varie attività svolte, Assogestioni elabora la classificazione dei fondi comuni di investimento.

Assogestioni (Categorie)

Il sistema di classificazione dei fondi di diritto italiano attualmente in vigore nel nostro Paese, creato da Assogestioni nel 1984, prevede 42 categorie codificate dall'ultima modifica della classificazione, entrata in vigore il 1° luglio 2003. Obiettivo della classificazione è rendere trasparenti le caratteristiche principali dell'investimento in fondi e i principali fattori che impattano sulla loro rischiosità. Cinque sono le grandi macrocategorie in cui sono raggruppati i fondi comuni di investimento: fondi azionari, fondi bilanciati, fondi obbligazionari, fondi di liquidità, fondi flessibili. All'interno di questi cinque gruppi si articolano le 42 categorie che specificano i settori produttivi d'investimento, le aree geografiche, il grado di rischio e la durata dei titoli nei quali investono i fondi. Per un approfondimento, puoi verificare il sito di Assogestioni.

Banca Corrispondente (SIP)

In generale, si tratta di una banca incaricata dell'esecuzione di servizi bancari per conto di un'altra banca. Nell'ambito dei servizi offerti da Fundstore, la banca corrispondente è una banca di diritto italiano incaricata di svolgere una serie di servizi per conto della banca depositaria estera di una SICAV. Svolge in particolare il ruolo di SIP (Soggetto Incaricato dei Pagamenti).

Banca Depositaria

Soggetto preposto alla custodia del patrimonio di un fondo e al controllo della gestione al fine di garantire il criteri di separatezza contabile e i principi di correttezza e di trasparenza amministrativa.

Basis Point

Il basis point (o bp o punto base), utilizzato soprattutto per misurare le variazioni nei tassi di interesse e nelle commissioni, è pari allo zero virgola zero uno per cento (0,01%). Corrisponde cioè a un centesimo di punto percentuale. Per esempio, una variazione nei tassi di interesse dal 3,25% al 3,75% è pari a un aumento di 50 punti base, o basis point in inglese.

Benchmark

Il benchmark, o parametro di riferimento, è comunemente utilizzato per confrontare la performance di un fondo comune rispetto a quella di indici elaborati da soggetti terzi e di più comune utilizzo. Il benchmark, la cui indicazione è per l'Italia un'informazione obbligatoria da inserire nel prospetto informativo, ha l'obiettivo di consentire all'investitore una verifica facile del mercato di riferimento - e quindi del potenziale livello di rischio/rendimento - in cui il fondo si trova a operare.

Capital Gain

Il capital gain, chiamato anche guadagno in conto capitale o utile di capitale, è il profitto realizzato all'atto della vendita del proprio investimento. E' costituito dalla differenza tra il prezzo pagato all'acquisto e quello incassato alla vendita del bene d'investimento. I capital gain non hanno il medesimo trattamento fiscale da parte dei vari paesi nel mondo. La normativa fiscale italiana considera redditi tassabili i guadagni di capitale. Vi è una distinzione in base al fatto che i capital gain siano realizzati da persone fisiche o giuridiche. Le persone fisiche sono soggette a un'aliquota fissa del 26%.

Collocatore

Nell'ambito del risparmio gestito, il collocatore è la società responsabile della vendita e del collocamento di quote di fondi agli investitori. È inoltre incaricato della consegna all'investitore di alcuni documenti relativi all'investimento, come i prospetti informativi e i KIID.

Commissione d'ingresso o sottoscrizione

E' quella commissione che il risparmiatore paga al momento dell'acquisto delle quote di un fondo e varia generalmente a seconda del capitale investito. Rappresenta la remunerazione del collocatore (banca o promotore) per la sua attività di distribuzione. Per i fondi distribuiti su Fundstore, questa commissione è sempre pari a zero.

Commissione di gestione

E' il compenso pagato al gestore dal fondo (e quindi, indirettamente, dal sottoscrittore) per remunerare l'attività di gestione in senso stretto. E' calcolata quotidianamente sul patrimonio netto del fondo e prelevata ad intervalli più ampi (mensili, trimestrali, ecc.). In genere, è espressa su base annua.

Commissione di performance

È la commissione riconosciuta al gestore del fondo per aver raggiunto determinati traguardi di rendimento in un certo periodo di tempo. E' solitamente calcolata in termini percentuali sulla differenza tra il rendimento del fondo e quello del benchmark. In alternativa può essere calcolata sull'incremento di valore della quota del fondo in un determinato intervallo temporale. Deve essere obbligatoriamente esplicitata nella documentazione d'offerta del fondo (prospetto informativo e KIID).

Commissione di uscita

Con commissione di uscita si intende l'importo posto a carico dell'investitore nel caso in cui venda le proprie quote di un fondo. Solitamente calcolata come percentuale dell'importo disinvestito, nella maggior parte dei casi essa decresce con il passare del tempo in cui si è mantenuto l'investimento fino ad azzerarsi. Per i fondi distribuiti su Fundstore, questa commissione è sempre pari a zero.

CONSOB

La Commissione Nazionale per la Società e per la Borsa (Consob) è un'autorità amministrativa indipendente, dotata di personalità giuridica e piena autonomia, la cui attività è rivolta alla tutela degli investitori, all'efficienza, alla trasparenza e allo sviluppo del mercato mobiliare italiano. Istituita nel 1974, la Consob assume il ruolo di organo di vigilanza sulle società quotate e sui fondi immobiliari. La sua attività principale consiste nella tutela degli investitori e al contempo garantisce trasparenza ed efficienza al mercato mobiliare italiano. Le principali funzioni attribuite alla Consob dalla legge sono: • Regolamentare la prestazione dei servizi di investimento, gli obblighi informativi delle società quotate e le offerte al pubblico di prodotti finanziari; • Autorizzare la pubblicazione dei prospetti informativi relativi ad offerte pubbliche di vendita e dei documenti d'offerta concernenti offerte pubbliche di acquisto; l'esercizio dei mercati regolamentati; le iscrizioni agli albi di settore; • Vigilare sulle società di gestione dei mercati e sulla trasparenza e l'ordinato svolgimento delle negoziazioni, nonché sulla trasparenza e correttezza dei comportamenti degli intermediari e dei promotori finanziari; • Sanzionare i soggetti vigilati, direttamente o formulando una proposta al Ministero dell'Economia e delle Finanze; • Controllare le informazioni fornite al mercato dalle società quotate e da chi promuove offerte al pubblico di strumenti finanziari, nonché le informazioni contenute nei documenti contabili delle società quotate; • Accertare eventuali andamenti anomali delle contrattazioni su titoli quotati e compie ogni altro atto di verifica di violazioni delle norme in materia di manipolazione del mercato (fattispecie oggi applicabile in caso di società quotate), abuso di informazioni privilegiate (insider trading) e di aggiotaggio. La Consob vigila quindi sul risparmio e sui mercati finanziari.

Consulenza Finanziaria Indipendente

La consulenza finanziaria indipendente è stata introdotta nel 2007 con la MiFID (Markets in Financial Instruments Directive), un'importante direttiva europea che ha rivoluzionato i mercati e gli operatori finanziari. Una delle caratteristiche più importanti della consulenza finanziaria indipendente, che distingue questa nuova professione da qualsiasi altra nel mondo finanziario, è la forma di remunerazione: il consulente verrà pagato direttamente dal cliente soltanto per suoi consigli e perciò gli sarà corrisposto un ammontare predeterminato, calcolato solitamente in percentuale sul controvalore del patrimonio oggetto di consulenza. Il compito di chi svolge consulenza finanziaria è valutare le varie opportunità di investimento e proporre soluzioni che vadano incontro alle esigenze di rischio e rendimento del cliente. Si comprende bene come questo tipo di rapporto professionale sia totalmente estraneo a qualsiasi forma di conflitto di interessi. L'unico obiettivo del consulente è soddisfare l'esigenza del cliente: gli interessi di entrambe le parti sono perciò totalmente allineati.

Deviazione standard

La deviazione standard è una misura statistica di dispersione attorno alla media che indica quanto è stata ampia, in un certo arco temporale, la variazione dei rendimenti di un fondo. Talvolta gli investitori utilizzano la deviazione standard della performance storica nel tentativo di prevedere un intervallo di possibili rendimenti futuri. Si noti che, nel caso l'investimento del risparmiatore sia composto da più fondi (o titoli), non è sufficiente, per misurare il rischio complessivo del portafoglio, calcolare la media ponderata delle deviazioni standard di ciascun fondo (titolo) perché la volatilità complessiva sarà funzione non soltanto della deviazione standard di ogni singolo fondo (titolo), ma anche del grado di correlazione tra i rendimenti dei diversi fondi (titoli).

Dividendo

Il dividendo è la quota di utili di una società pagata ai propri soci in ragione delle rispettive quote o azioni da ciascuno possedute.

ETF

Gli ETF (Exchange Traded Funds) sono fondi indicizzati che replicano le performance dei panieri di titoli sottostanti e permettono all'investitore una gestione passiva del proprio capitale. La loro peculiarità è che sono quotati come delle normalissime azioni; si possono quindi scambiare in continua nell'arco della seduta borsistica a differenza di un fondo comune, dove la valorizzazione avviene unicamente a fine giornata.

Famiglia di fondi (Umbrella Funds)

Una famiglia di fondi, o Umbrella Funds, è un gruppo di fondi che perseguono politiche di investimento differenti messi a disposizione da una società di gestione. Si parla di Umbrella Funds multimanager e multistyle quando la gestione dei fondi è affidata a gestori di diverse società che adottano stili di investimento differenti. Lo spostamento da un fondo a un altro (switch) nella stessa famiglia è solitamente esente da commissioni. Tipici esempi di famiglia di fondi sono le SICAV lussemburghesi multicomparto.

Fondi Armonizzati

Sono i fondi e le SICAV di tipo aperto, costituiti nei Paesi dell'Unione europea, che investono prevalentemente in strumenti finanziari quotati, come azioni e obbligazioni. Si dicono armonizzati perché seguono le regole e i criteri comuni previsti a livello comunitario nella direttiva n. 85/611/CEE riguardante gli UCITS e recepiti negli ordinamenti nazionali. Tali principi mirano a tutelare i risparmiatori, ponendo dei limiti ai rischi che il gestore può assumere e stabilendo misure di controllo.

Fondo comune di investimento

Il fondo comune di investimento è una forma per investire i propri risparmi, in base alla quale si affida una determinata somma a una società di gestione del risparmio (SGR), che svolge professionalmente l'attività di intermediazione mobiliare. Si dice "comune" perché concorrono a formarlo molti risparmiatori e "di investimento" perché le somme raccolte devono essere investite. La partecipazione al fondo avviene attraverso le quote, in base alle quali vengono ripartiti i guadagni. L'acquisto di quote di un fondo comporta il pagamento di commissioni di diversa natura (ingresso, gestione, uscita, ecc.). E' importante notare che il fondo e la SGR, hanno capitale e personalità giuridica separata. In pratica, il denaro dei sottoscrittori costituisce il patrimonio del fondo, che viene investito dalla SGR in molteplici strumenti finanziari. Ciascun risparmiatore diventa proprietario di un numero di quote, il cui valore varia nel tempo, ed è funzione dell'andamento dei titoli acquistati dalla Società di gestione con gli attivi del fondo. I partecipanti al fondo hanno uguali diritti e partecipano alle perdite e ai guadagni in proporzione al numero di quote in loro possesso. I fondi possono essere chiusi se il rimborso delle quote avviene con scadenza regolare e il loro numero non cambia nel tempo, oppure aperti, se sono caratterizzati da una maggiore flessibilità. In questo caso il patrimonio può variare perché le sottoscrizioni sono aperte ogni giorno. Tutti i fondi distribuiti su Fundstore appartengono alla categoria dei fondi aperti.

Fondo di fondi

È un fondo il cui portafoglio è costituito non da titoli, ma da quote di altri fondi o SICAV, allo scopo di offire, attraverso un solo investimento, un prodotto diversificato. La diversificazione è indubbiamente la caratteristica principale di questa tipologia di fondi la cui gestione è incentrata sulla definizione dell'asset allocation, vale a dire la valutazione e la scelta dei fondi da inserire in portafoglio. Potendo investire anche in quote di hedge fund, i fondi di fondi costituiscono per il piccolo risparmiatore un accesso diretto a questi ultimi, spesso loro preclusi a causa dell'elevato importo minimo richiesto per la sottoscrizione.

Gestore

Il gestore di un fondo è il responsabile dell'allocazione del patrimonio del fondo secondo le strategie societarie e la politica di investimento dichiarata.

Hedge Fund

Detto anche fondo hedge, è un fondo comune di investimento privato, amministrato da una società di gestione professionale. Il termine inglese hedge si riferisce alle tecniche di hedging, ovvero alle strategie di copertura e protezione usate per ridurre la volatilità dei portafogli, con l'intento di gestire il patrimonio eliminando in gran parte il rischio di mercato. Per questo motivo la traduzione italiana di "hedge fund" in "fondo speculativo" non è completamente corretta, poiché tali strategie, in molti casi, rendono le gestioni dei fondi molto meno aggressive di quanto l'aggettivo "speculativo" lascerebbe intendere. Questi fondi, in Italia, sono assoggettati a una particolare normativa che ne rende non semplice l'acquisto da parte della clientela retail. Si noti in particolare che il controvalore minimo sottoscrivibile non può essere inferiore a 500 mila Euro. Su Fundstore, non sono commercializzati hedge fund.

Indice

L'indice è la grandezza rappresentativa dei prezzi dei titoli quotati in Borsa. Permette di valutare l'andamento del mercato, ma viene utilizzato anche nel mondo del risparmio gestito per valutare i rendimenti di un fondo rispetto al suo benchmark, ossia all'indice di riferimento, o per la costruzione di prodotti complessi come le polizze index linked.

Investitore istituzionale

Un investitore istituzionale è un operatore che effettua considerevoli investimenti sul mercato mobiliare, disponendo d'ingenti possibilità finanziarie proprie o affidategli in gestione. Esempi di investitori istituzionali sono le compagnie di assicurazione, i fondi pensione e gli OICR.

ISIN

L'ISIN è un codice internazionale di identificazione degli strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, fondi, ecc.). E' un codice univoco ed è quindi un modo "sicuro" per identificare in maniera certa e inequivocabile un certo fondo. Il codice ISIN ha un formato standard ed è composto da dodici caratteri alfanumerici, dei quali i primi due i primi due identificano il paese di quotazione (ad esempio: IT1234567890).

KIID

Acronimo di Key Investor Information Document, è il documento previsto dalla direttiva UCITS IV che contiene le informazioni chiave per comprendere le caratteristiche e il funzionamento del fondo comune d'investimento. Il KIID è consegnato obbligatoriamente al momento della sottoscrizione. Con il KIID la normativa europea ha introdotto una maggiore leggibilità e uniformità nei contenuti del documento d'offerta, facilitando una migliore comprensione da parte del sottoscrittore di tutti gli aspetti del proprio investimento. Un investitore informato può valutare al meglio le implicazioni delle proprie decisioni finanziare.

MIFID

Acronimo di "Markets in Financial Instruments Directive", MiFID è la direttiva 2004/39/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 21 aprile 2004 che ha come obiettivo principale la costruzione di un mercato finanziario all'interno dell'Unione Europea quanto più possibile integrato, competitivo ed efficace. Tra gli obiettivi di fondo della direttiva MiFID c'è di fatto la tutela degli investitori, differenziata a seconda del diverso grado di esperienza finanziaria. Con riguardo a questo aspetto, la direttiva MIFID introduce una ripartizione della clientela in tre distinte categorie, distinguendo tra clienti al dettaglio (retail), clienti professionali e controparti qualificate. A maggiore tutela dei clienti al dettaglio, cioè la quasi totalità degli investitori individuali in Italia e coloro ai quali è diretta l'offerta di Fundstore, la MIFID non si limita a prevedere degli obblighi informativi a carico degli intermediari, ma stabilisce anche l'obbligo di effettuare due differenti tipi di test (questionari) allo scopo di garantire un servizio di investimento adeguato al cliente. La prima soglia è definita dal test di appropriatezza, che ha lo scopo di verificare le informazioni di cui il cliente dispone riguardo allo specifico prodotto finanziario ed il suo livello di esperienza finanziaria. Il secondo livello è definito invece nel test di adeguatezza, che viene effettuato per verificare che la consulenza fornita al cliente corrisponda agli obiettivi di investimento del cliente al quale è rivolta e che sia adeguata alle sue risorse patrimoniali.

Morningstar

Morningstar, Inc. è una società leader nella fornitura di ricerche finanziarie indipendenti. Fondata negli USA nel 1984, ha una filiale anche in Italia (Morningstar Italia) che ha iniziato a operare a Milano nel 2001, lanciando il sito web www.morningstar.it nell'aprile dello stesso anno.

Morningstar (Categorie)

Ciascuna categoria Morningstar raggruppa i fondi con politiche d'investimento omogenee attraverso l'analisi della composizione specifica per titoli dei rispettivi portafogli e non soltanto in base agli obiettivi dichiarati dai gestori o alla loro capacità di realizzare un dato livello di reddito.

Morningstar Rating

Il Morningstar Rating, più comunemente denominato Star Rating, è una misura puramente quantitativa delle performance passate. Si basa sul calcolo dei rendimenti corretti per il rischio e i costi, su un orizzonte temporale di tre, cinque e dieci anni e aiuta gli investitori a comprendere con immediatezza la storia di un fondo rispetto a quella degli altri prodotti appartenenti alla stessa categoria. L'assunzione di base è che l'investitore preferisce ottenere rendimenti regolari nel tempo piuttosto che grandi guadagni e clamorose perdite (cioè che sia avverso al rischio). In pratica, si assume che rendimenti regolari nel tempo siano giudicati migliori. I fondi vengono ordinati sulla base delle performance corrette per il rischio, all'interno della categoria di appartenenza, tenendo conto anche dei costi. Il primo 10% di fondi di una categoria riceve le cinque stelle (valutazione eccellente), il successivo 22,5% quattro stelle (valutazione superiore), l'ulteriore 35% tre stelle (valutazione standard), mentre al successivo 22,5% e all'ultimo 10% vengono assegnate rispettivamente due stelle (valutazione inferiore) e una stella (valutazione scarsa). Il rating viene calcolato solo per i fondi che dispongono di dati riferibili ad almeno i tre anni precedenti e per le categorie sufficientemente popolate ed omogenee.

NAV

Il NAV (Net Asset Value) è il valore ottenuto dalla differenza tra il totale delle attività e delle passività del fondo. E' ottenuto sottraendo dal valore dei titoli in portafoglio comprensivo dei ratei d'interesse sulle cedole i debiti imputabili al fondo comune. Questo valore è diviso per il numero delle quote esistenti, per ricavare il valore di queste ultime. Vedere anche Valore quota.

Obiettivo di investimento (di un fondo)

L'obiettivo di investimento è la finalità che un gestore persegue nella gestione di un fondo, seguendo le proprie valutazioni e la propria strategia. Una sintesi degli obiettivi di investimento è contenuta nella prima parte del Prospetto informativo. In particolare, vengono indicate le principali tipologie di strumenti finanziari, le aree geografiche di riferimento, i settori industriali in cui investe il fondo e specifici fattori di rischio (ad esempio, investimenti in società a bassa capitalizzazione, Paesi emergenti, ecc.).

OICR

Acronimo di Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio. Ai sensi della lettera m) dell'art. 1 del Testo Unico della Finanza, gli OICR sono organismi con forma giuridica variabile che investono in strumenti finanziari o altre attività somme di denaro raccolte tra il pubblico di risparmiatori, operando secondo il principio della ripartizione dei rischi. In particolare, gli OICR sono:
• i fondi comuni di investimento (istituiti e gestiti dalle società di gestione del risparmio, SGR);
• le SICAV, cioè le società di investimento a capitale variabile.

Orizzonte temporale

E' l'arco di tempo all'interno del quale si valuta la bontà di un investimento. Di norma, un orizzonte temporale breve è sotto i tre anni, medio è tra i tre e i cinque anni, lungo è tra i cinque e i dieci anni, lunghissimo è oltre i dieci anni.

PAC (piani di accumulo del capitale)

I PAC (Piani di accumulo) sono delle modalità di sottoscrizione di OICR destinate a chi desidera investire gradualmente un capitale che vada a crescere gradualmente nel tempo in modo da non richiedere necessariamente un'ingente somma da versare.

Performance

Per performance si intende la crescita o la diminuzione del valore di un investimento in un dato periodo temporale.

PIC (piani di investimento del capitale)

I PIC o piani d'investimento del capitale sono una modalità di sottoscrizione del fondo che prevede un versamento in un'unica soluzione, differenziandosi pertanto dal PAC (piano di accumulo).

Portafoglio

Un portafoglio è l'insieme delle attività finanziarie o titoli detenuti da una persona o da un istituzione (ad es. una società, un hedge fund, ecc..). Il termine portafoglio fa riferimento a una collezione di attivi finanziari come azioni, obbligazioni, fondi, ETF e liquidità che sono solitamente possedute da un investitore individuale e/o gestite da un professionista finanziario, una banca un fondo o altre istituzioni finanziarie. Si parla quindi di portafoglio di un fondo per indicare i titoli nei quali investe il fondo stesso e di portafoglio del risparmiatore con riferimento agli strumenti finanziari in cui questi ha allocato il proprio patrimonio. È norma che un portafoglio rispecchi la propensione al rischio dell'investitore, così come gli obiettivi e l'orizzonte temporale. L'asset allocation, ovvero il peso o valore monetario degli strumenti finanziari che lo compongono ne influenzano il rapporto di rendimento/rischio. Avere un'asset allocation ottimale aiuta quindi a determinare e massimizzare il ritorno atteso e a minimizzare il rischio del portafoglio. È dimostrato inoltre che una corretta diversificazione dell'investimento in un portafoglio di titoli risulta essere meno rischioso rispetto ad investire in un unico titolo o tipologia di asset class. Creare un portafoglio nasce quindi dall'esigenza di ogni investitore consapevole di operare una diversificazione (asset allocation) dei propri investimenti, in modo da ridurre i propri rischi di perdite il più possibile in seguito alla perdita di un singolo titolo.

Profilo dell'investitore

L'identificazione del profilo dell'investitore è il primo passo per la definizione di un corretto portafoglio di investimento. In particolare, il profilo di investitore è necessario insieme all'ammontare da investire e all'orizzonte temporale per individuare la più adeguata asset allocation di portafoglio. L'individuazione del proprio profilo solitamente avviene attraverso una serie di domande miranti a capire quanto si è disposti, tra l'altro, a prendere dei rischi. Il profilo dell'investitore differisce da persona a persona ed è un elemento essenziale per poter fornire una consulenza su misura. Maggiore sarà il rischio che si potrà assumere, tanto maggiori saranno i rendimenti potenziali ottenibili con gli investimenti. A mero scopo di esempio, gli investitori più giovani avranno solitamente un profilo di rischio maggiore in quanto potranno assumere maggiori rischi con il proprio denaro per conseguire rendimenti o plusvalenze patrimoniali potenzialmente più elevati. Viceversa gli investitori più vicini all'età pensionabile, avendo solitamente orizzonti temporali di investimento più brevi, sono maggiormente favorevoli a una volatilità ridotta per ridurre il rischio di un improvviso calo di valore del proprio investimento, anche a discapito di maggiori rendimenti.

Prospetto informativo

Il prospetto informativo è un documento scritto che deve essere obbligatoriamente consegnato all'investitore al momento dell'acquisto di un fondo. E' suddiviso in due parti. La prima descrive la politica di investimento, i rischi e fornisce informazioni di carattere economico come costi, agevolazioni e regime fiscale; la seconda presenta i dati storici di rischio/rendimento e dei costi dei fondi.

Quota di un fondo

E' la più piccola unità in cui il fondo è suddiviso. All'atto della sottoscrizione, al partecipante del fondo viene attribuito un numero di quote proporzionale all'importo versato. Egli non conosce necessariamente il prezzo esatto e il numero delle quote che ha acquistato perché la quota viene valorizzata ex post, di solito su base quotidiana al termine della giornata borsistica. Ad esempio, se egli ha effettuato un investimento per 1.250 euro, saprà successivamente di essere entrato in possesso di 78,125 quote al prezzo di 16 euro ciascuna. Il prezzo è equivalente al NAV.

Rating

Letteralmente significa "valutazione". In campo finanziario è un giudizio assegnato da un'agenzia specializzata indipendente, espresso solitamente da un codice alfanumerico (AA+, BBB-, ...), riguardante il merito di credito di una società emittente titoli o di una particolare emissione di titoli.

Rating Morningstar

Vedi Morningstar Rating.

Rendimento annualizzato

Per rendere confrontabili performance calcolate su orizzonti temporali di durata diversa, è possibile convertirne il valore su una base temporale comune, in genere pari all'anno. Questo calcolo può essere effettuato avvalendosi di un regime a capitalizzazione semplice o di uno a capitalizzazione composta. Nel primo caso, se il fondo A ha ottenuto un rendimento del 9% su tre anni e il fondo B del 10% su due anni, il rendimento annualizzato del fondo A è pari al 3% e quello del fondo B è pari al 5%. Nel secondo caso, il rendimento anualizzato del fondo A è pari al 2,9% e quello del fondo B del 4,88%. La differenza nei risultati prodotti dalle due metodologie è spiegata dal fatto che solo nel regime a capitalizzazione composta si ipotizza un reinvestimento del capitale investito su base annuale.

Rendimento totale

Si tratta del rendimento assoluto del fondo, espresso in percentuale.

Rendimento YTD (Year-To-Date)

E' il rendimento percentuale del fondo da inizio anno all'ultimo valore disponibile.

Riscatto (o Rimborso)

E' l'operazione di vendita delle quote di un fondo, a seguito della quale la società di gestione rimborsa al sottoscrittore il valore delle quote riscattate. Nel caso di un fondo aperto, il risparmiatore può chiedere il rimborso in ogni giorno lavorativo, senza dover dare preavvisi. Le tempistiche e le modalità di rimborso, pur seguendo una sorta di standard, variano da fondo a fondo e sono specificate nella modulistica del fondo stesso.

Servizi di investimento

Ai sensi del Testo Unico della Finanza, art. 1. co. 5, per servizi di investimento si intendono le seguenti attività, quando hanno per oggetto strumenti finanziari: • Negoziazione per conto proprio;
• Esecuzione di ordini per conto dei clienti;
• Sottoscrizione e/o collocamento con assunzione a fermo ovvero con assunzione di garanzia nei confronti dell'emittente;
• Collocamento senza assunzione a fermo né assunzione di garanzia nei confronti dell'emittente;
• Gestione di portafogli;
• Ricezione e trasmissione degli ordini;
• Consulenza in materia di investimenti;
• Gestione di sistemi multilaterali di negoziazione.

La prestazione di attività e servizi di investimento è sottoposta a riserva di legge. In altre parole, la prestazione è riservata a un certa tipologia di soggetti che sono sottoposti a particolari obblighi e controlli (art. 18 del TUF). In estrema sintesi, questi soggetti sono le imprese di investimento (SIM) e le banche, oltre a un'altra serie di intermediari che possono operare con maggiori restrizioni (SGR, agenti di cambio, società fiduciarie e Poste Italiane).

SGR (Società di Gestione del Risparmio)

Le società di gestione del risparmio (SGR) sono società per azioni con sede legale e direzione generale in Italia e autorizzate a prestare il servizio di gestione collettiva del risparmio. In pratica, la SGR amministra il patrimonio del fondo, scegliendo i titoli da comprare e vendere, l'investimento in liquidità, la composizione del portafoglio e la ripartizione dell'investimento tra attività rischiose e prive di rischio. Oltre alla gestione collettiva, una SGR può svolgere l'attività di gestione individuale (le cosiddette gestioni patrimoniali).

Sharpe Ratio (Indice di Sharpe)

L'indice di Sharpe è un indicatore di performance corretta per il rischio. Esso individua il maggiore (o minore) rendimento registrato dal fondo rispetto a quello dell'investimento privo di rischio, solitamente il BOT, e lo rapporta al rischio sostenuto, che viene espresso dalla deviazione standard. Più è alto l'indice di Sharpe, migliore risulta la performance storica del fondo corretta per il rischio e quindi l'efficienza della gestione. In termini analitici, l'indice di Sharpe è il seguente: (Rf-Rb)/Sigma dove Rf è il rendimento del fondo, Rb è il rendimento dell'investimento privo di rischio (es.: BOT), e Sigma è la volatilità dei rendimenti. Si noti che nella nella metodologia Morningstar, per "investimento privo di rischio" si utilizza il tasso Euribor a 1 mese.

SICAV (Società di Investimento a Capitale Variabile)

Le società di investimento a capitale variabile (SICAV) sono società per azioni con il capitale sociale che varia in funzione delle sottoscrizioni e dei rimborsi. Pertanto, il capitale della società non è un valore nominale che esiste solo sulla carta ma è pari al patrimonio netto della società stessa. Hanno come oggetto esclusivo l'investimento collettivo del patrimonio raccolto mediante l'offerta al pubblico di proprie azioni, il cui valore (il NAV) è pari al patrimonio netto diviso per il loro numero. La differenza rispetto ai fondi comuni è data dal fatto che il risparmiatore, acquistando azioni anziché quote, ha diritto di voto e può influire direttamente sulla gestione della società. Nella SICAV, inoltre, fondo e società di gestione coincidono.

SIM (Società d'Intermediazione Professionale)

Una SIM (Società d'Intermediazione Professionale) è una società iscritta in un apposito albo tenuto dalla Consob autorizzata a gestire i risparmi dei propri clienti.

Sottoscrizione

E' l'acquisto delle quote di un fondo. Un investitore che sottoscrive un fondo affida i propri risparmi a una società appositamente costituita che investe i capitali per conto e nell'interesse di tutti i partecipanti.

Switch

Lo switch è il trasferimento parziale o totale dell'investimento da un fondo a un altro e avviene riscattando le quote di un fondo e acquistando contestualmente le quote di un altro. Si noti che, praticamente, lo switch è possibile solo tra fondi di una stessa società di gestione e/o all'interno della stessa SICAV multicomparto. Negli altri casi (passaggio dal fondo A della società 1 al fondo B della società 2), parlare di switch è improprio perché è necessario effettuare un riscatto e una successiva sottoscrizione. In altre parole, al risparmiatore è richiesto di mettere in atto due distinte operazioni invece di una soltanto.

Tassazione ordinaria

L'applicazione delle aliquote IRPEF ai diversi scaglioni di reddito imponibile.

Tassazione separata

È un tipo di tassazione agevolata rispetto alla ordinaria tassazione IRPEF. Tale tassazione impedisce che, nell'anno in cui vengono percepiti, i redditi maturati in più anni si sommino agli altri redditi del lavoratore tassati con le aliquote IRPEF.

TER (Total Expense Ratio)

Il TER (Total Expense Ratio) è l'indicatore dei costi di gestione dei fondi comuni e comprende: le spese di commissione dei gestori del fondo, le retrocessioni concesse al collocatore, le spese della società di revisione, il compenso della banca depositaria e altri oneri a carico del fondo. Il TER quindi può essere considerato un indice di spesa medio, che rappresenta il rapporto fra il totale degli oneri posti a carico del fondo e il patrimonio medio dello stesso. E' un indicatore efficace per conoscere i costi sopportati dal fondo, esclusi quelli di sottoscrizione e rimborso, perché pagati direttamente dal sottoscrittore.

Testo Unico della Finanza

Il Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, noto più semplicemente come Testo unico della finanza (abbreviato TUF) è la principale fonte normativa italiana in materia di finanza, emanato con il decreto legislativo 24 febbraio 1998 n. 58, che ha sostituito la previgente normativa in materia. È entrato in vigore il 1º luglio 1998. Per una sua versione integrale e sempre aggiornata, puoi fare riferimento al sito della CONSOB.

UCITS

L'acronimo UCITS (Undertakings for Collective Investment in Transferable Securities) fa riferimento alla Direttiva 2009/65/CE del Parlamento europeo, pubblicata il 13 gennaio 2009, (c.d. UCITS IV). Tale Direttiva, che ha apportato nuove modifiche alle precedenti Direttive del Parlamento europeo, note come UCITS III e pubblicate il 21 gennaio 2002 (2001/107/CE, c.d. Direttiva "gestore" e 2001/108/CE, c.d. Direttiva "prodotto") e che a loro volta avevano costituivano un importante aggiornamento della Direttiva 85/611/CEE (c.d. UCITS I), individua quegli OICR, fondi comuni e SICAV, che investono principalmente in valori mobiliari conformemente a quanto previsto dal testo normativo. La UCITS I permise agli OICR autorizzati da uno Stato membro di essere liberamente distribuibili in altri Stati dell'Unione europea (c.d. passaporto europeo) promuovendo una maggiore armonizzazione dei mercati. Con l'approvazione delle successive UCITS III la concessione del passaporto europeo venne estesa a un numero molto più ampio di OICR che da quel momento rientravano nella nuova definizione di prodotto armonizzato. La commercializzazione delle quote o azioni dei fondi conformi alla UCITS III venne consentita , inoltre, in Paesi non-UE quali: Svizzera, Asia, Sud America e Sud Africa. La Direttiva UCITS IV ha posto, infine, le basi per una profonda trasformazione del mercato europeo della gestione collettiva del risparmio mediante la creazione di un mercato interno più in, innovando ulteriormente la disciplina in tema di passaporto del gestore, libertà di stabilimento e libera prestazione di servizi e creando i presupposti per il raggiungimento di maggiori economie di scala all'interno del settore.

Valore della quota

Il valore della quota è il prezzo di una singola quota del fondo, ottenuto dalla somma del valore corrente di tutti i titoli in portafoglio (compresa la liquidità), al netto delle spese, diviso per il numero totale delle quote del fondo. Per esempio, un fondo con 500.000 quote, che possiede 9 milioni di euro in azioni e 1 milione in liquidità, ha un valore unitario di 20 euro, senza contare le spese. Vedere anche Net Asset Value (NAV).

Valuta del fondo

Per valuta di un fondo si intende la valuta nella quale il fondo è denominato, ovvero in cui viene contabilizzato il valore della quota.

Volatilità

La volatilità è un indice della variazione percentuale dei prezzi nel tempo. Viene solitamente misurata attraverso la deviazione standard. Semplificando notevolmente, possiamo dire che all'aumentare della volatilità di un dato strumento finanziario, aumenta il rischio dello strumento stesso. In altre parole, più la volatilità è alta, più il valore di uno strumento finanziario può cambiare di molto in un breve lasso di tempo (beninteso, sia positivamente che negativamente). Esiste quindi una correlazione diretta tra il livello atteso di rendimento e la volatilità dello strumento e questa è probabilmente una sorta di Prima Legge della finanza: a rischio maggiore corrisponde rendimento atteso più alto.

YTD

Vedi Rendimento YTD.

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